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L’ex Iena dopo i due flop, torna a far parlare di sè

Antonino Monteleone è tornato a far parlare di sé. Non per un suo nuovo programma, non per un record d’ascolto, ma per un suo tweet sulla morte del giornalista di Al Jazeera ucciso a Gaza. “Vai piccolo angelo!” ha scritto per poi virgolettare il termine “giornalista”, quasi a prendere le distanze da Anas al-Sharif. Le posizioni di Monteleone sono note da tempo, ma mai ci saremmo aspettati un atteggiamento che appare sarcastico e, se vogliamo, anche aggressivo nei confronti di una vittima innocente. Infatti non si sono fatte attendere le reazioni a questo suo intervento. Senza voler entrare nel merito della diatriba, va sicuramente detto che, probabilmente, il desiderio di Monteleone era di tornare a far parlare di sé dopo i grossi flop della scorsa stagione.

Facciamo un passo indietro: un anno fa, Monteleone decide di lasciare “Le Iene”, programma dove si era ritagliato un ruolo di primo piano, andando addirittura a modificare il linguaggio di quel programma. Abolita la sintesi, abolito il ritmo, i suoi servizi erano lenti, ripetitivi e spesso autoreferenziali. Ci sta, in fondo è il suo stile, ma proprio per questo anche a “Le Iene” o piaceva o non piaceva: non c’erano mezze misure.

Politicamente è stato bravo a muoversi, salendo sul palco con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, esponendo una maglietta d’ordinanza con la scritta “L’Italia cambia l’Europa”. Va detto che lui ha chiarito di non avere e non aver mai avuto tessere di partito. La moglie, come riporta Wikipedia, è la segretaria del vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè.

In questo quadro, gli viene assegnato un programma tutto suo, in prima serata su Rai Due: “L’altra Italia”. Un flop colossale che nella sua penultima puntata non raggiunge neppure l’1%. Dopo una breve pausa con un altro programma tutto suo, questa volta in seconda serata, che va meglio del precedente, ma lontano da un livello accettabile.

Il motivo di questi flop è secondo me da ricercare proprio in Monteleone. A mio avviso, non è simpatico, non è empatico, è il professorino che insegna. Poteva andare bene 30 anni fa, quando lo spettatore cercava questo nella TV, ma oggi è tutto cambiato. Il fenomeno del “dursismo” – inteso come la ricerca di contenuti televisivi più diretti, meno costruiti e più vicini al pubblico – ha cambiato molto lo spettatore. Monteleone sembra essere rimasto indietro e non pare avere la minima intenzione di migliorare quelli che ritengo essere i suoi punti deboli.

Al momento per la prossima stagione il nome di Antonino Monteleone non figura nel palinsesto RAI e per lui si preannunciano tempi duri. Certo, ha ancora un contratto con l’azienda, ma a 40 anni, la priorità è sicuramente quella di costruirsi una carriera, cosa che per il momento sembra messa in pausa e con tweet come quello su Anas al-Sharif non credo possa ripartire con vigoria, almeno per quanto riguarda la carriera televisiva. Per la politica la storia è tutt’altra.

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