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Il successo di Gerry mette Ricci alla porta?

Il successo de “La Ruota della Fortuna” è senza dubbio favorito dall’assenza di veri competitor, ma l’affetto e la passione del pubblico per il programma che fu di Mike Bongiorno restano innegabili. Il format è datato, certo, ma funziona: il meccanismo è semplice, il gioco è ben fatto, ben condotto e, per quanto incredibile possa sembrare, rappresenta una novità all’interno del palinsesto Mediaset. E tutto questo è stato accolto positivamente dal pubblico.

Da troppi anni ormai, Antonio Ricci difendeva il suo orticello dell’access prime time con la passione di un guerrigliero, ma lo coltivava con l’approccio stanco di un pensionato delle Poste. Ecco perché Piersilvio Berlusconi ha fatto benissimo a cambiare rotta. Striscia la Notizia ha fatto la storia della televisione italiana, ma da tempo è diventata una stanca ripetizione. Servizi seriali, senza capo né coda, battute riciclate, gag sempre uguali. Insomma, niente di nuovo. Quelle inchieste pungenti, anche se in chiave satirica, che un tempo facevano parlare, oggi sono solo un lontano ricordo.

E lo stesso discorso vale per Paperissima Sprint. Filmati vecchi, spesso stravecchi, commentati addirittura da conduttori che si sono alternati negli anni: nemmeno lo sforzo di riscrivere i testi e farli registrare da chi è alla guida del programma oggi. Un lavoro d’assemblaggio che non ha prodotto nemmeno lontanamente i risultati che ottiene, per esempio, un professionista come Gerry Scotti.

La Ruota, con ogni probabilità, resterà in onda fino a novembre — non è ancora chiaro se all’inizio o alla fine del mese — per poi lasciare spazio a Striscia. A quel punto Ricci e il suo gruppo avranno l’obbligo di rinnovarsi, di cambiare passo, di tornare davvero a essere innovativi. Perché il rischio concreto, per l’alassino, è che Striscia perda ascolti rispetto alla Ruota, dimostrando così che il calo del Tg satirico ha poco a che fare con la concorrenza di Affari Tuoi.

Non ci resta che attendere.

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